Una prima sistemazione di questa cappella, dedicata a San Filippo Neri, era stata realizzata dall’architetto Geronimo Caccia. Nella prima metà del XVIII secolo viene ristrutturata da Filippo Juvarra (1678 -1736), attivissimo collaboratore in Roma di Carlo Fontana.
La pianta della cappella, inizialmente a pianta rettangolare, è modificata da linee sghembe ed angoli smussati, per introdurre quattro colonne in diaspro di Sicilia con capitelli compositi e piedistalli curvilinei. Lo Juvarra è riuscito così a realizzare un effetto di grande maestosità, pur nel piccolo ambiente disponibile e grazie anche ad un perfetto bilanciamento dei volumi. Sull’arco d’ingresso, il timpano arrotondato è interrotto al centro ove accoglie lo stemma di Tommaso Antamoro che lo fece ristrutturare.
Le pareti, abbellite da marmi policromi, sono raccordate verso l’alto da una trabeazione flessa agli angoli e sono interrotte al centro da lesene composite. Queste fiancheggiano due porte laterali con battenti in legno scolpito a forma di sfinge e decorate da fregi in metallo dorato.
L’impressione che si ricava dall’insieme è di un ambiente ellissoidale, in virtù anche della linea d’altare concava contrapposta a quella dei gradini. L’altare è rivestito in verde antico ornato da elementi iconografici del santo in metallo dorato e con volute laterali da cui pendono ghirlande.
Su una base prominente in alabastro, posta sull’alzata dell’altare, è posta la statua di S. Filippo, opera di Pierre II Le Gros, cui si devono pure i bassorilievi in stucco del soffitto. Al centro del soffitto si apre il lanternino, mentre nel pavimento si trova un grande cartiglio in marmi intarsiati